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      Dapprima avea provato a tener applicato al cappelletto dell’elettrometro l’uncino di una boccetta di Leyden carica quanto basta per far tendere di 10, 12 o 15 gradi i pendolini, cioè debolissimamente; e mi serviva allora per dissipare sibbene poco a poco tal piccola carica, ma non tanto lentamente, che nojosa divenisse la sperienza, mi serviva o dei conduttori men cattivi tra li quì sopra accennati, od anche degli altri, ma ridotti in verghe, o lamine di discreta grossezza e larghezza, e invece assai corte: la quale grossezza e larghezza massimamente fa sì che più presto trasmettano l’elettricità, ciò che fa ancora la minore lunghezza, come abbiamo mostrato nel §. 2. Avendo però trovato, che bastava armare l’elettrometro della sua asta metallica lunga due piedi o poco più, per formarne un conduttore di sufficiente capacità, e che bastava ridurre a listerelle sottili e molto strette, la carta, la pergamena, la balena, la parte cornea di una penna da scrivere ec. perchè col loro toccamento non involassero troppo presto l’elettricità di tal elettrometro armato; fui ben contento d’aver così semplificate al maggior segno queste sperienze; per le quali si vede, che altro più non si ricerca che l’elettrometro tascabile colla sua verghetta metallica, un bastoncino di cera-spagna, ed una di cotali listerelle, lunga soltanto uno, due, o tre pollici, e larga da una a due linee.
      Or acciò per ogni prova resti sempre la lunghezza medesima della listerella semicoibente che ho scelta, senza di che non potrebbero essere comparabili le sperienze, adatto a ciascuna estremità di essa listerella una sottil’unghia metallica; delle quali unghie una, che fa officio di manichino, prendo tra due dita, e l’altra la porto a toccare il cappelletto, o l’astina dell’elettrometro, e ve la tengo applicata il tempo che bisogna.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





Leyden