In quella maniera che all’aria aperta l’igrometro va sovente fino al termine dell’umidità estrema, ciò che non suol fare nelle stanze; discende anche talvolta sotto i 70 gradi, a 65, 60, e, sebben rarissime volte, se pur non s’esponga al sole, anche a meno: pe’ quali secchi la listerella semicoibente qualunque sia fa così male l’officio di conduttore, che lascia passare più di 100 e di 200 secondi, prima d’involare all’elettrometro, col toccarne il cappello o l’asta, e starvi al modo solito applicata, l’elettricità dai 10 agli 8 gradi: il che rende, come più d’una volta si è accennato, troppo tediosa l’osservazione.
§. V.
Altra nuova maniera di prove igrometriche coll’istesso elettrometro portatile, allorchè un gran secco rende, o troppo incomode o impraticabili quelle alla maniera già descritta.
Allorquando avviene che tutti, o quasi tutti quei corpi, i quali nello stato ordinario ci si mostrano imperfetti conduttori, o mezzo tra deferenti e coibenti, e che perciò io chiamo semicoibenti, diventino per un secco straordinario quasi coibenti del tutto; nel quale caso le sperienze igrometriche alla maniera sopra descritta riescono, o troppo nojose e incomode, od anche affatto impraticabili; allora convien ricorrere ad altro spediente, per arrivar a conoscere e distinguere i gradi di questa secchezza: ed ecco quello che mi è suggerito, non dipartendomi dal caro mio elettrometro.
Prendo una riga d’avorio, o meglio una striscia di pergamena, larga da uno a due pollici, e lunga otto o dieci (se è di più, tanto meglio); questa strofinata bene con due dita, o altrimenti, con che per ritrovarsi appunto secca, facilmente si elettrizza, la presento al cappello o all’asta dell’elettrometro, senza farvela toccare; e sto osservando e notando per quanto tempo dura in essa striscia l’eccitatavi elettricità, e si fa sentire all’elettrometro; cioè per quanti secondi, presente quella, stanno aperti i di lui pendolini.
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