PROFESSORE DI FISICA SPERIMENTALE
      NELL’UNIVERSITÀ’ DI PAVIA
     
     
     
     
     
     
      Eccovi Amico, altre mie osservazioni ed idee intorno alla Meteorologia elettrica121, a cui sono stato condotto, dachè a questa amena parte della fisica particolare, che ancora presenta ubertosa messe a cogliersi, impresi a consacrare le mie ricerche. Quando ferierete dalla cattedra a cui mi succedeste, e meco vicino farete dimora sulle belle sponde del nostro Lario all’ombra della vostra deliziosa Succota che in esso si specchia, meglio d’ogn’altro potrete osservare ciò ch’io vidi ed ora vi scrivo, e confermare così le conseguenze che da quelle osservazioni ho più volte derivato.
      Alcuni sintomi de’ Temporali, e specialmente la formazione e sospensione della grandine per tutto quel tempo, che è necessario all’ingrossamento sovente cotanto considerabile de’ suoi grani, furono il soggetto di altri miei discorsi. Ora su d’altri sintomi ed effetti susseguenti ai medesimi temporali, e specialmente d’uno mi propongo di trattenervi, che darà luogo allo sviluppo di molte nuove idee.
      Questo sintoma invero mirabile, se vi si riflette, è un certo periodo giornaliero e locale, che affettano i temporali: e voglio indicare con ciò quella tendenza che hanno a ricomparire molti giorni di seguito, circa le ore medesime, e, che più è, nel luogo preciso ove son comparsi da prima. Bisogna abitare un paese di montagne, singolarmente nelle vicinanze dei Laghi, com’è quello ove noi passiamo per lo più l’estate, ove i temporali sono frequentissimi per tutto il corso della primavera e dell’estate, e quasi quotidiani il mese di Giugno e una parte di Luglio, bisogna, dico, abitare Como, e i contorni del Lario e del Verbano, Varese, Lugano, Lecco, e tutto il monte di Brianza, Bergamo ec. per convincersi di cotal periodo, e fissazione dirò così de’ temporali a tal luogo o a tal altro, a questa o a quella valle, o gola di montagne.