E a quanta ampiezza non si estende sovente cotal vento, e cotal freddo; e quanto non durano? Certamente non si può attribuire tutto questo effetto ad una semplice comunicazione fatta all’aria ambiente del freddo della grandine caduta la quale è talvolta in quantità non molto grande, e altronde non dura sì lungo tempo sulla terra, ed è già tutta fusa, che il vento gelato continua ancora. Bisogna dunque, che quest’eccesso di freddo venga d’altronde; e d’onde può mai immaginarsi che venga, se non da quello strato superiore d’aria, in cui si è formato il temporale, e che è stato grandemente raffreddato dal medesimo, specialmente dalle nuvole grandinose, che vi rimasero lunga pezza sospese ec.?
Fa bisogno, a vero, dire, per dar materia a un vento così freddo, e di cotanta durata, che spesso soffia più giorni, di una gran massa d’aria raffreddata prodigiosamente, e per così dire ghiacciata. Ciò però non mi spaventa; giacchè io non credo di passare i limiti d’una supposizione ragionevole, col tenere che un temporale, il quale abbia versato della grandine in abbondanza, abbia potuto altresì raffreddare fino al punto della congelazione, o lì presso, un volume d’aria di più milioni di tese cubiche, anzi di più centinaja e migliaja di milioni. Vidi in uno degli scorsi anni un temporale a Como, che coprì di alta grandine ben 600 miglia quadrati di paese, o 2500 milioni di tese quadrate; cosicchè dando alle nubi temporalesche per tutta questa estensione niente più di 10 tese di grossezza, avremmo 25 mila milioni di tese cubiche d’aria occupata da sì sterminato temporale.
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Como
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