L’osservazione seguente è al sommo favorevole a questa mia idea, che il vento freddo, il quale soffia dal luogo ove più ha dominato il temporale e massime allorchè si è sciolto in grandine, non è già formato di alcun’aria della bassa regione, bensì di una gran massa della medesima, che scende dalla regione superiore. Questo vento è d’ordinario secchissimo, soprattutto in seguito alla grandine. Ho veduto una volta l’Igrometro a capello del Sig. di Saussure, segnare per uno di questi venti succeduti a un temporale con grandine 50 gradi, e più altre volte 60 e 65; quando, eccettuato che spirino certe tramontane, è ben raro che il medesimo Igrometro segni meno di 70 gradi di umido, e per lo più sta sopra gli 80. Ora non si può concepire come dovesse esser tanto secco un tal vento, quando fosse formato dallo strato d’aria vicino alla terra appunto bagnata dianzi dal temporale: dovrebbe essere al contrario molto umido, tanto più che il freddo ridurrebbe quell’aria sempre più vicina al termine di saturazione.
Ma nella supposizione, che il vento di cui si tratta sia prodotto, com’io credo, da una massa d’aria, che si lascia giù dall’alto, e indi spargesi da tutti i lati orizzontalmente, non v’è più difficoltà a concepire che debba essere straordinariamente secco, e il tutto cammina a meraviglia, dachè imparato abbiamo dalle osservazioni di De Luc, di Saussure, e di altri, che l’aria all’alto trovasi per lo più molto secca; or essendo eziandio, come si sa, molto più fredda che al basso, non può a meno scendendo ed avvicinandosi alla terra, di divenire a misura che si riscalda, sensibilmente più secca, quando però non riceva una troppo grande quantità di vapori dalla terra umida: il che non ha luogo allorchè formando una corrente sufficientemente rapida, come nel nostro caso, si rinnova tal’aria prontamente, sopravvenendone di continuo dall’alto.
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Igrometro Sig Saussure Igrometro De Luc Saussure
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