Fu il caso che offerse a Galvani un fatto che gli sembrò nuovo, e del quale occupandosi, venne ad incontrarne altri veramente nuovi, ma il di cui linguaggio non giunse a comprendere, perchè discorde dalle opinioni delle quali fu prevenuto.
I moti muscolari che Egli vide nelle rane preparate, allorchè si scaricava un conduttore elettrizzato nella di cui atmosfera erano immerse, lungi dall’essere da Esso riguardati come effetto dell’afflusso veloce dell’atmosfera elettrica verso il punto della scarica, gli reputò come un fatto di nuovo genere per la fisica, la cui importanza condur potea a rilevanti conseguenze. Riproducendo quindi questo esperimento in altri animali, sì a sangue caldo, che freddo, variandolo, tanto coll’elettricità artificiale, che colla procellosa dell’atmosfera, or positive, or negative, fu indotto sempre più a supporne la causa in un’elettricità che Egli credette propria degli organi animali, ipotesi cui con maggior fiducia si abbandonò dopo aver collegato a questi un fatto di genere del tutto differente, nel quale ottenne gli stessi effetti senza intervento di esterna elettrica atmosfera. Invitato Egli forse dagl’interessanti esperimenti del Volta che sono riportati nel precedente Volume a verificare qual’effetto produr potesse su questi animali, non la tempestosa, ma la blanda elettricità atmosferica, aveva attaccato ad una ringhiera di ferro alcune rane preparate alla nota sua maniera, le quali vidde squotersi da forti convulsioni, specialmente allorchè posto fosse al contatto del ferro un’oncino di ottone.
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Galvani Volta Volume
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