Per parlar dunque a questi in un linguaggio più aperto, il Volta andò cercando un mezzo facile, col quale accumulare quantità maggiori di elettricità, nè le sue speranze andarono deluse.
Se riflettiamo su ciò che accade nel contatto de’ due dischi, è facile l’accorgersi che si accumula il fluido elettrico nello zinco, perchè questo si appropria l’elettricità naturale del rame, il quale, se comunicasse col terreno, si rivarrebbe su di esso della perdita che avea fatto cedendo al disco coniugato parte del suo fluido naturale. Se dunque un corpo umido è soprapposto a questa prima coppia, il quale si equilibri collo stato elettrico della piastra superiore, una coppia consimile soprapposta alla prima sarà riguardo alla inferiore nella stessa relazione che la prima col terreno: sarà dunque in uno stato elettrico rappresentato aritmeticamente da due, mentre quello della coppia sottoposta equivarrà ad uno: ed in simil guisa ragionando, dalla soprapposizione di tre, o più coppie metalliche simili, egualmente disposte, ed intercette da un corpo semiconduttore, ottener si potrà un proporzionato aumento di elettricità, e le resultanze dell’esperimento in diversi modi variato, tanto soprapponendo coppie metalliche, tanto immergendole due a due in vasi distinti di acqua messi in comunicazione per mezzo di archi metallici, provarono al Volta l’esattezza di questo raziocinio.
E potea pure riguardarsi come un gran passo per la scienza il giungere ad ottenere uno stato considerabile di tensione elettrica col solo contatto di varie coppie metalliche intercette da corpi umidi, o in generale colla regolare soprapposizione di corpi semicoibenti e deferenti, o di tre corpi dissimili dell’una e dell’altra specie; ma l’invenzione di uno strumento di tal genere ha un molto maggior pregio per le sue particolari proprietà. La celebre pila del Volta, a cui Egli giunse per questa via, ha il pregio di rivaleggiare cogl’istrumenti elettrici che la Natura ha creati fra gli animali e fra i minerali.
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