§. 2. Troncata la testa alla rana, e conficcato un ago od uncinetto metallico nella spina dorsale, basta allora una carica minore, come di 1 o 2 gradi dello stesso Elettrometro, dirigendo il piccolo torrente elettrico da essa spina ai piedi, o viceversa.
§. 3. Tagliato via tutto il corpo della rana, e ritenute le sole gambe posteriori attaccate alla spina dorsale o a porzione di essa, per i soli nervi crurali diligentemente snudati un elettricità incomparabilmente più debole e non sensibile al quadrante elettrometro, ma solo ai delicatissimi elettrometri a boccetta di Cavallo, di Bennet, e miei, anzi pure impercettibili anche con questi, produce il solito effetto, e sì delle contrazioni ne’ muscoli più gagliarde, convulsioni toniche, e spasmi, che presentano sovente un vero tetano.
§. 4. Finalmente vestito di sottil foglia metallica quel tronco di spina dorsale, e (ciò che giova assai) anche una porzione de’ nervi, si risentono i muscoli prodigiosamente per una elettricità affatto impercettibile anche all’elettroscopio di Bennet, il più sensibile di tutti (fatto di due listerelle di foglietta d’oro o d’argento sottilissima): si risentono per una carica della boccetta di Leyden, che arriva appena ad un decimo di grado di tal elettrometro: per accorgersi della quale, e poterla valutare fa mestieri ricorrere al mio Condensatore dell’elettricità.
Conseguenze.
§. 5. Tutte queste sperienze mostrano quanto mai sian facili a contrarsi i muscoli della rana (e ottenendosi presso a poco gli stessi effetti, quanto lo siano anche quelli di altri animali) per lo stimolo dell’elettricità; e quanto c’influiscano i nervi.
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