Galvani, o con altre consimili preparazioni: anzi di più, giacchè si estendono col mio metodo tali contrazioni e moti a tutte le parti dell’animale, a norma della posizione delle armature ec.
§. 44. Per dar qui tosto un’idea di queste sperienze, legata una rana, ovver fissata con due o tre grossi spilli ad una assicella o tavoletta qualunque, oppure senza offenderla fattala tenere per le gambe da un compagno, vesto una parte qualsiasi del suo corpo (il meglio è la schiena o i lombi) con un pezzo di laminetta di piombo o di stagno (ottime sono quelle fogliette nei libretti, di cui si servono gl’indoratori per inargentare a falso), e applico ad un’altra parte, alle gambe es. gr. o coscie, sia sotto, sia sopra, una chiave, una moneta d’argento, il manico di un cucchiajo, od una lastra qualunque, di tutt’altro metallo però che di stagno o piombo: finalmente fo comunicare fra di loro queste due armature, o immediatamente avanzo quella che è mobile fino a toccare il lembo dell’altra aderente, oppure mediante un terzo metallo, es. gr. un fil d’ottone, il qual faccia officio d’arco conduttore: ed ecco la mia rana convulsa pressochè in tutte le sue membra, in quali più in quali meno però, vibrare singolarmente i muscoli delle gambe, calcitrare, saltare.
§. 45. Così poi, secondo che tali armature vengono applicate ad altre parti dell’animale, sono o i muscoli del ventre, o le zampe, o il collo, o la testa, ch’entrano in convulsione, e scuotonsi dipiù, e la spina dorsale anch’essa avvien che s’incurvi, come presa dal più forte tetano.
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