Questi pertanto vi vogliono, cioè le convenienti armature, a dar libero e rapido sfogo aduna sufficiente copia di fluido elettrico, tantochè si convellano i muscoli, cui questa corrente invade e stimola. Così è: tutto l’artifizio consiste nel dar luogo ad un più copioso e istantaneo trascorrimento del fluido elettrico, che tende già per se stesso a passare dall’una all’altra parte dell’animale, e vi passa naturalmente anche senza tal ajuto, ma adagio e scompartitamente, per tutte le interne parti deferenti; il quale istantaneo trasporto s’effettua appunto mediante i tanto migliori conduttori metallici applicati esteriormente, e distesi sopra esse parti per una piuttosto grande estensione, almeno da una banda, e mediante l’arco conduttore, per cui vengono ambe le armature a comunicare; il quale arco debbe essere anch’esso tutto metallico.
Che se una parte di lui non lo sia, ancorchè picciola, se interpongasi, non che un cattivo conduttore, ma fino l’acqua, non facciam più nulla; e la ragione è chiara: l’acqua è ben lungi d’essere un così eccellente conduttore, come i metalli; essa non lo è per avventura più delle stesse parti animali succose, e forse meno di alcune: dunque non vale a trasportare nè maggior copia di fluido elettrico, nè con maggior impeto da una ad altra parte dell’animale, cioè dai siti ove son poste le armature, di quel che facciano altre parti interne dell’animale, membrane, vasi, umori ec., che sono i suoi naturali conduttori. Vi vuole pertanto un arco metallico, non interrotto neppure dall’acqua, per operare un tale impetuoso trasporto di fluido elettrico, che occasioni le convulsioni di cui si tratta18. Ed ecco come anche queste osservazioni intorno all’arco conduttore non tutto metallico, che nel presente caso non serve, tendono a confermare le mie idee sul naturale sbilancio e moto del fluido elettrico tralle parti dell’animale.
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