E quì pure non fa bisogno, nè che si tocchi immediatamente la rana coll’uncino di essa boccia, nè di alcun isolamento: richiedendosi solo che ella si trovi collocata comunque nel circuito della scarica, o vogliam dire, che faccia parte dell’arco conduttore.
§. 8. In vero è sorprendente il vedere come e quanto venga scossa da tali scariche non scintillanti debolissime di boccette anche piccole: e solo diminuisce un poco la maraviglia, riflettendo come la carica delle boccie di Leyden a un dato grado dell’elettrometro equivale per quantità di fluido elettrico, in grazia della sì grande loro capacità, ad una carica dell’istesso grado di un semplice conduttore centinaja di volte più grande20.
§. 9. Checchè ne sia, è sempre picciola la quantità di fluido elettrico, che trovasi accumulato in una boccetta di pochi pollici di armatura, quando addotta alla scarica con un arco conduttore metallico non fa vedere la minima scintilla, e solo può esplorarsi, e misurarsene la sua debole forza coi più delicati elettrometri: e tale scarica pur basta a convellere la rana.
§. 10. Fin quì sottoponendo alle prove una rana viva e intiera. Che se venga prima sventrata, e tagliata in guisa, che le gambe tengano alla spina del dorso per i soli nervi crurali, cioè preparata alla solita maniera di Galvani, allora si convelleranno e guizzeranno esse gambe per una elettricità molto più debole ancora, per una neppur scintillante di un conduttore discretamente capace, e per una carica di boccetta di Leyden, che giunge appena a muovere di un grado il mio elettrometro a paglie sottili, e neppur tanto.
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Leyden Galvani Leyden
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