Del resto tolgasi ad un animale grande qualunque una porzione di qualche muscolo inserviente ai moti volontarj, del gluteo, es. gr., se ne tagli una porzione lunghetta, ma non più larga della gamba di una rana; e vedrassi se, come questa, non entra in contrazioni spasmodiche quel pezzo di muscolo, per l’istessa debolissima elettricità portata a tragittare per esso.
§. 18. Parlo sempre di trascorrimento di fluido elettrico, e di trascorrimento istantaneo, o almen rapido assai, il quale, quando si fa per entro ai fili nervosi, e alle fibre muscolari, ma singolarmente ne’ primi (§. 10.), ancorchè sia picciola, anzi picciolissima la quantità di esso fluido, pur non lascia di eccitare grandi convulsioni e moti. Perchè altrimenti, se il fluido elettrico non è messo in tal corso, che tragittar lo faccia per detti nervi o muscoli; ma o vi si accumuli soltanto in qualsisia dose, o vi si diradi, non produrrà quegli effetti. Così se pongasi la rana intiera o preparata sopra il conduttore della macchina elettrica, e vada con esso acquistando la più forte elettricità, se ne rimarrà quieta, finchè non se ne provochi alcuna scintilla, oppure spignendosi troppo oltre l’elettricità, non ispunti da qualche parte del suo corpo, dall’estremità es. gr. di una gamba pendente, un forte fiocco elettrico. Lo stesso è ponendolo sopra lo scudo dell’elettroforo, e alzando ed abbassando questo a vicenda; comunque cambi ad ogni accostamento ed allontanamento lo stato e tensione elettrica di esso scudo, e quindi anche della rana postavi sopra.
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