§. 75. Nelle rane adunque, nelle anguille ed altri pesci a cui, prima che agli animali di sangue caldo, ho estese queste sperienze, gl’integumenti non tolgono d’ordinario che la prova riesca molto bene, se non è che la pelle trovisi troppo asciutta; nel qual caso basta umettarla alquanto. Non così nei quadrupedi ed uccelli, che ho potuto fino ad ora cimentare: con questi non mi è riuscita l’esperienza lasciando del tutto intatti i loro integumenti; ma ho dovuto levarne via qualche parte, almeno in quei siti, a cui volea applicare le armature. Sembra pertanto, che la grossezza di tali integumenti, e la poca loro conducibilità, intervenendovi massimamente la pinguedine, sia d’impedimento a quel celere e libero trasporto di fluido elettrico, che richiedesi per far impressione sui nervi, e stimolarli a segno, ch’essi poi suscitino le contrazioni de’ muscoli; e che perciò manchino cotesti moti finchè detti integumenti son frapposti ad essi muscoli, e alle rispettive armature. Convien dunque levarli intieramente o in massima parte, ne’ luoghi destinati per queste: convien che s’applichino le superficie metalliche ai nudi muscoli, ossia alla viva carne.
§. 76. La maniera da me praticata, che corrisponde meglio, fu d’incidere la pelle agli uccelli e quadrupedi35 tutt’al luogo della schiena, e rovesciarla indietro dai lati, e di vestir indi la nuda carne, colla solita foglietta di stagno: d’incidere similmente e snudare qualche altro muscolo, es. gr. di una gamba, e applicarvi una moneta od altra lastra d’argento.
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