Così dunque anche sulla lingua mi riusciva benissimo l’esperimento del sapore, adoperando qual si fosse picciola moneta od altra picciola laminetta, d’argento, d’oro, di rame od ottone, se toccando con questa laminetta in qualunque maniera pochi punti della nuda lingua ai confini dell’armatura di stagno o di piombo ricoprente similmente pochi punti dell’apice di essa lingua, veniva finalmente a far toccare un metallo coll’altro. Allora mi suggerì di far la prova con sovrapporre ad una lamina d’argento una listerella di foglia di stagno, oppur della solita carta inargentata a falso, e così applicata tal listerella sulla lamina d’argento, o bordo a bordo, o in linea trasversale, portare la punta della lingua o premerla alquanto contro ambedue i metalli su quella linea di confine, sicchè alcuni punti di essa lingua combaciassero lo stagno, alcuni l’argento; e il successo corrispose all’aspettazione: cioè sentii vivissimo il sapore acido43. Ecco dunque come venni, dopo una serie di tentativi, a coincidere coll’antica sperienza riportata da Sulzer, la quale sperienza unica, ed isolata, non essendo neppure a mia cognizione, come già dissi, non ha potuto darmi alcun lume.
§. 6. Ella riconosce citando codesta sperienza, ch’io sono stato condotto alle mie tanto più estese ed alla spiegazione della medesima affatto diversa dall’antica di Sulzer, mercè di altri principj e di altre congetture. Non è però quello ch’Ella suppone il raziocinio, che mi ha spinto e guidato in tale indagine44: cioè che i nervi uniti a’ corpi deferenti effondano l’elettrico vapore, il quale ove venga restituito ai muscoli, a’ quali tende, ecciti qualche contrazione, od impressione.
| |
Sulzer Sulzer
|