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      LETTERA TERZA52
      Como 24 Ottobre 1795.
     
      Dopo le due lunghe lettere da me scrittevi, illustre Accademico e Collega, ha più d’un anno, e inserite nelle opere periodiche del nostro comune amico Dott. Brugnatelli, sul soggetto della pretesa Elettricità animale, propria cioè degli organi, in cui si suppone una carica, o sbilancio qualsiasi di fluido elettrico; quale Elettricità organica ideata dal valente Fisico e Professore di Anatomia Dott. Galvani dietro le bellissime sue sperienze e scoperte in vero mirabili, ammisi io pure per qualche tempo, ma presto cominciai a rivocare in dubbio, e finalmente dovetti con dispiacere riconoscere e dichiarare per insussistente: dopo che dalla maggior parte de’ Fisici, massime oltramontani, erasi adottata la mia opinione esposta nelle mentovate lettere, e in altre memorie e scritti antecedenti, che riconosce bensì nelle sperienze, di cui si tratta, una vera elettricità53, ma elettricità meramente artificiale ed estrinseca, mossa cioè dai conduttori acconciamente applicati; risvegliossi di nuovo quì in Italia, e crebbe più che mai il fermento delle contrarie opinioni, in occasione che si pubblicarono nell’Autunno scorso con un opuscolo del Dott. Eusebio Valli delle nuove più che mai il fermento delle contrarie opinioni, in occasione che si pubblicarono nell’Autunno scorso con un opuscolo del Dott. Eusebio Valli delle nuove interessanti sperienze in soccorso del primo ormai abbandonato sistema. Invero tali sperienze non solo comparvero favorevoli e consentanee all’ipotesi di un’elettricità propria e attiva degli organi animali, di una vera carica o sbilancio di fluido elettrico tra nervi e muscoli dipendenti, o tra l’interno e l’esterno di essi muscoli, la qual carica o sbilancio producasi naturalmente per le forze della vita, e manifestisi anche negli animali trucidati, e nei membri recisi, finchè vi dura un certo grado di vitalità; non solo, dico, parvero tali sperienze favorire grandemente siffatta ipotesi, altronde bella e seducente, proposta dal prelodato illustre Professor Bolognese, adottata e difesa contro le forti mie obbiezioni da Aldini suo nipote e Collega, e da altri seguaci non pochi: ma sembrarono dimostrarla evidentemente, e porla fuori di ogni dubbio; e sì ne imposero a molti, e tirarongli di nuovo agli stendardi Galvaniani, quando già soscritto aveano o stavano per soscrivere alla mia sentenza affatto diversa.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Secondo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 193

   





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