Non debbonsi dunque intendere a rigore alcune espressioni; come dove nella 2.ª delle lettere scrittevi l’anno scorso ho asserito: „Che l’arco conduttore formato da una o più persone, da cuoi, panni, cartoni, o corpi bagnati quali essi sieno, da deferenti insomma non metallici, nulla più essendo atto a prestare che l’officio appunto di conduttore, non può determinare alcuna corrente di esso fluido, che invada i nervi e muscoli dell’animale collocato nel circolo e gli irriti e scuota„. Non deve, dico, intendersi quello che ivi ho avanzato a tutto rigore; cioè che nulla affatto sia l’azione nel mutuo combaciamento di tali conduttori di 2.ª classe, anche i più diversi; ma bene esser quella un’azione così da poco, che può quasi aversi per nulla. Che se pure volli dire che fosse nulla del tutto, e pensai un momento così; troppo, come si vede, m’allontanai allora dalle idee che ebbi per lungo tempo; e alle quali fui tosto richiamato dalle sperienze quì innanzi descritte dal Valli, ed altre di questo genere da me intraprese: nè piccola fu la compiacenza in veder così verificate le antiche mie congetture; colle quali generalizzando il principio, che pel semplice combaciamento di conduttori diversi si toglie dal riposo il fluido elettrico, e si smuove, non altrimenti che per la confricazione, tantochè se il circolo conduttore è compito, si determina ad una corrente continua, io attribuiva qualche poco di cotesta virtù eccitatrice anche ai conduttori non metallici qualunque fossero, purchè s’incontrassero dissimili nel combaciamento.
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Valli
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