Candido si credea di sognare, e considerava tutta la sua vita passata come un sogno funesto, o il momento presente come un sogno dilettevole.
La vecchia ricomparve ben tosto; sosteneva ella a fatica una donna tremante, d’una statura maestosa, tutta rilucente di gioje, e ricoperta da un velo.
— Levate quel velo, disse a Candido la vecchia.
Egli si accosta, alza il velo con mano timorosa. Oh momento! oh sorpresa! Credè di vedere Cunegonda, ei la vedeva in fatti, era ella stessa. Gli mancano le forze, non sa proferir parola, e si lascia cascare a’ suoi piedi; e Cunegonda si abbandona sul canapè, la vecchia li carica d’acque odorose, finchè ritornano in sè e possono parlarsi. Non eran sul primo che parole interrotte, domande e risposte, che facevano a urtarsi, sospiri, lacrime e strida. La vecchia lor raccomanda di far meno rumore, e li lascia in libertà. — Come! le dice Candido, voi Cunegonda? voi viva? Voi in Portogallo? Non vi han dunque oltraggiata? — Non v’han spaccata la pancia come mi aveva assicurato Pangloss? — Sibbene, dicea Cunegonda, egli è vero, ma non sempre di questi due accidenti si muore. — Ma vostro padre e vostra madre son eglino stati uccisi? — Pur troppo, disse Cunegonda piangendo, lo sono stati. — E il vostro fratello? — Ucciso ancor egli. — E come siete voi in Portogallo, e come sapeste ch’io vi fossi, e — per quale strana avventura fui condotto in questa casa? — Vi dirò tutto, replicò la donna, ma ditemi prima voi tutto quel che vi è succeduto dopo il bacio innocente che mi deste, e le pedate che ne buscaste.
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