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      Io poi ero un incanto, ero la bellezza o la grazia medesima ed ero fanciulla...
      “Marocco nuotava nel sangue allorchè vi arrivammo; cinquanta figli dell’imperatore Muley-Ismaele avean ciascuno un partito che produceva in effetto cinquanta guerre civili di neri contro neri, di zaini contro zaini, e di mulatti contro mulatti, ed era un continuo macello in tutta l’estensione dell’impero.
      “Fummo appena sbarcate, che alcuni neri di una fazione nemica a quella del nostro corsale si presentarono per involargli la preda. Dopo l’oro e i diamanti eravamo noi quel che egli aveva di più prezioso. Io fui testimone d’una zuffa qual mai non può vedersi nei nostri climi d’Europa. I popoli settentrionali non hanno il sangue troppo bollente, nè il furor per le donne nel grado ch’è ordinario nell’Africa. Par che gli Europei abbiano latte nelle vene laddove è vetriolo e fuoco quel che scorre nelle vene agli abitanti del monte Atlante e dei paesi vicini. Si combatteva col furor de’ leoni, delle tigri, de’ serpenti della contrada a chi ci avrebbe a possedere. Un moro prese mia madre pel braccio destro, il luogotenente del mio capitano la riteneva per il sinistro, un soldato l’afferrò per una gamba, un de’ nostri pirati la ritenne per l’altra, e in un momento tutte le nostre donne trovaronsi nell’istessa guisa tirate da quattro soldati. Il mio capitano mi teneva nascosta dietro a lui, avea impugnata la scimitarra, ed uccideva tutto quel che opponevasi al suo furore. Finalmente vidi tutte le nostre italiane, compresa mia madre, sbranate, trucidate e tagliate a pezzi dai mostri che se le disputavano.


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Candido o L'ottimismo satirico
di Voltaire (François Marie Arouet
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 151

   





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