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      “— Io sono nato a Napoli, mi diss’egli; vi si accapponano tutti gli anni due o tremila ragazzi, altri ne muoiono, altri acquistano una voce più bella di quella delle donne, altri vanno a governar degli Stati. Mi fu fatta questa operazione con grandissimo successo, e sono stato virtuoso della cappella della principessa di Palestina.
      “— Di mia madre! esclamai.
      “— Di vostra madre! esclamò egli piangendo. Come! sareste voi quella giovine principessa, che io ho allevata fino all’età di sei anni, e che prometteva fin d’allora di dover riuscire quella bellezza, che voi siete?
      “— Io son quella stessa; mia madre è lontana di qui quattrocento passi, sbranata in quarti sotto un monte di morti.
      “Gli contai tutto quel che mi era accaduto, egli mi narrò finalmente le sue avventure, e mi disse come egli era stato inviato al re di Marocco da una potenza cristiana per concludere con quel monarca un trattato, in virtù del quale gli si somministrerebbe polvere, cannoni e bastimenti per ajutarlo a sterminare il commercio degli altri cristiani.
      — La mia commissione è eseguita, continuò quell’onorato eunuco, io devo imbarcarmi a Ceuta e di là ricondurvi in Italia.
      “Io lo ringraziai con lacrime di tenerezza, egli invece di condurmi in Italia mi menò ad Algeri, e mi vendè al Deì di quella provincia. Appena fui venduta, quella pestilenza che ha fatto il giro dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa si scatenò furiosamente in Algeri. Voi avete udito il terremoto, ma non avete mai signorina mia, provata la peste.


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Candido o L'ottimismo satirico
di Voltaire (François Marie Arouet
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 151

   





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