“Avevamo un pio Imano molto compassionevole, che fe’ loro un bellissimo sermone per persuaderli a non ucciderci affatto. — Tagliate, diss’egli, solamente una parte... carnosa per una a queste signore, e avrete da scialare. Se sarà necessario ritornarci un’altra volta fra pochi giorni, ne avrete altrettanto; il cielo vi saprà buon grado d’un’azione sì caritatevole, e ne sarete soccorsi.
“Siccome era molto eloquente, li persuase; ci fu fatta quest’orribile operazione, e l’Imano ci applicò l’istesso balsamo che si adopra a’ bambini dopo la circoncisione; noi eravam tutte per morire.
“Appena avevano i giannizzeri terminato il pasto che noi imbandito loro avemmo, eccoti su de’ battelli piatti arrivare i Russi, e neppur un giannizzero si salvò. I Russi non badarono punto allo stato in cui ci trovavamo. Vi son dappertutto dei chirurghi francesi; uno di questi molto bravo prese cura di noi, e ci guarì, ci disse a tutte di consolarci, perchè in molti assedj era stato praticato lo stesso, ed esser così la legge di guerra.
Quando le mie compagne furono in grado di camminare ci mandarono a Mosca. Io toccai in sorte un bojardo; che mi fece sua giardiniera, e mi regalava di venti frustate al giorno; ma questo signore, essendo stato arruotato in capo a due anni con una trentina d’altri bojardi, per impicci di corte, profittai di questa avventura e me ne scappai. Traversai tutta la Russia; fui lungo tempo a servire in una osteria a Riga, indi a Rostock, a Veimar, a Lipsia a Cassel, a Utrecth, a Leida, all’Aja, a Rotterdam; sono invecchiata nella miseria e nell’obbrobrio, ricordandomi sempre d’esser figlia di papa.
| |
Avevamo Imano Imano Russi Russi Mosca Russia Riga Rostock Veimar Lipsia Cassel Utrecth Leida Aja Rotterdam
|