“Che paese dunque è questo, diceva l’uno all’altro, incognito a tutto il resto della terra; e dove la natura è sì diversa dalla nostra? Questo, probabilmente, è il paese dove tutto va bene, giacchè bisogna assolutamente che uno ve ne sia di questa specie: dica quel che vuole il maestro Pangloss, io mi sono spesso avveduto che tutto andava molto male in Wesfalia.”
CAPITOLO XVIII.
Ciò che videro nel paese d’Eldorado.
Cacambo testificò al suo oste tutta la sua curiosità; l’oste gli disse: — Io sono molto ignorante, e me ne trovo bene; ma qui abbiamo un vecchio ritiratosi dalla Corte; che è il più sapiente uomo del regno, e il più comunicativo.
Egli condusse Cacambo dal vecchio; Candido allora che non faceva altra figura che di secondo personaggio, seguiva il suo servo. Entrarono essi in una casa molto semplice, poichè la porta non era che di argento, e le soffitte degli appartamenti non erano che d’oro, ma lavorate con gusto tale, che le più ricche soffitte non le oscuravano; l’anticamera non era invero incrostata che di rubini e di smeraldi, ma l’ordine, nel quale tutt’era disposto, correggeva bene quella somma semplicità.
Il vecchio ricevè i due forastieri sopra un sofà spiumacciato di penne di colibrì, fece lor presentare de’ liquori in vasi di diamanti, e appagò poi la lor curiosità in questi termini:
— Io sono nell’età di settantadue anni, e ho saputo dal fu mio padre, scudiere del re, le stupende rivoluzioni del Perù, delle quali egli fu testimone. Il regno ove noi siamo è l’antica patria degli Incas che ne uscirono imprudentemente per andare a soggiogare una parte del mondo, e che furono finalmente distrutti dagli Spagnuoli.
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