CAPITOLO IV.
Nuovi favori che riceve Candido, e sua elevazione
Dopo che il nostro eroe fu guarito, venne introdotto dal re per fargli i suoi ringraziamenti. Quel monarca lo ricevè nel miglior modo; gli diede due o tre schiaffi nel corso della conversazione, e lo ricondusse fino alla sala delle guardie a pedate nel sedere. I cortigiani ebbero a creparne di dispetto. Da che sua maestà si era data a percuotere la gente, di cui ella faceva un caso particolare, non vi era ancora chi avesse avuto l’onore di aver avuto più busse di Candido.
Tre giorni dopo questo congresso, il nostro filosofo, che si lamentava di esser così favorito e trovava che le cose andavano molto male, fu nominato governatore del Chusistan, con un potere assoluto; fu decorato d’un berretto foderato, ch’è un gran segno di distinzione in Persia; ei prese congedo dal sofì, che gli fece ancora altre carezze, e partì per Sus capitale della sua provincia. Dal momento che Candido era comparso alla corte, i grandi dell’impero avean tramata la sua perdita. I favori eccessivi di cui il sofì l’avea colmato, non avean fatto che ingrossar la tempesta, pronta a piombargli sul capo. Intanto egli si felicitava della sua fortuna, e soprattutto del suo allontanamento: gustava anticipatamente i piaceri del grado supremo, e dicea nel fondo del suo cuore: Troppo felici i sudditi lontani dal lor sovrano!
Non era ancora venti miglia distante da Ispahan, che ecco cinquecento persone a cavallo armate da capo a piedi, che fanno una scarica furiosa sopra di lui, e sopra la sua gente.
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