Io ho lavorato qualche tempo sotto questa celebre penna, e a poco a poco sono divenuto una penna celebre anch’io. Avevo appena abbandonato il signor Valsp, per industriarmi da me solo, quando ebbi l’onore di farvi una visita a Parigi. — Voi siete un bel birbante, signor abate, ma la vostra sincerità mi commuove. Andate alla corte, e cercate del reverendo Ed-Ivan-Baal-Denk; io gli scriverò in vostro favore, a condizione però che mi promettiate di diventare galantuomo, e di non fare strangolare migliaja d’uomini per un po’ di seta e di cotone.
Il Perigordino promise tutto quel che volle Candido, ed ambedue si separarono da buoni amici.
CAPITOLO VII.
Disgrazie di Candido. Viaggi e avventure.
Il Perigordino appena arrivato alla corte impiegò tutta la sua disinvoltura per guadagnare il ministro, e per rovinare il suo benefattore. Egli sparse la voce che Candido era un traditore, e che avea sparlato delle sacre basette del re de’ re. Tutt’i cortigiani lo condannarono ad esser abbruciato a fuoco lento, ma il sofì più indulgente, non lo condannò che ad un esilio perpetuo, ed a baciare prima le piante de’ piedi al suo accusatore, secondo l’uso de persiani. Il Perigordino partì per far eseguire questa sentenza; egli trovò il nostro filosofo in buonissima salute e disposto a ridiventar fortunato.
— Amico, gli disse l’ambasciator d’Inghilterra, io vengo con mio rincrescimento a farvi sapere che bisogna uscir quanto prima da questo impero, e baciarmi i piedi, con vero pentimento de’ vostri enormi delitti.
| |
Valsp Parigi Ed-Ivan-Baal-Denk Perigordino Candido Candido Perigordino Candido Perigordino Inghilterra
|