Le ceste furono sequestrate dai parenti della sposa offesa, e Candido, temendo di peggio, si vide costretto a fuggirsene, e rinunziare per sempre al suo buon padrone, perchè come poteva ardire di presentarsi a lui senza danaro, senza grasso di balena e senza ceste?
CAPITOLO X.
Candido continua i suoi viaggi. Nuove avventure
Camminò Candido lungo tempo senza saper dove dirigersi; prese finalmente la risoluzione di portarsi in Danimarca; dove avea inteso dire che le cose andavano molto bene. Si trovava ancora qualche po’ di denaro regalatogli dall’armeno, e con questo modesto peculio lusingavasi di finire il viaggio. La speranza gli rese sopportabile la miseria, ed egli passò qualche momento tranquillo. Capitò un giorno in un’osteria con tre viaggiatori; che gli parlavano con calore del pieno e della materia sottile. — Benissimo, dicea fra sè Candido; questi son filosofi. — Signori, diss’egli loro, il pieno è incontrastabile: non v’è vuoto nella natura, e la materia sottile è benissimo immaginata. — Voi siete dunque cartesiano, dicono i viaggiatori. — Senza dubbio, risponde Candido, e, quel ch’è più, seguace di Leibnitz. — Tanto peggio per voi, soggiungono i viaggiatori; Cartesio o Leibnitz non avevano senso comune. Noi altri siamo neuttoniani, e ce ne gloriamo, e se si disputa, è solamente per affondarci ne’ nostri sentimenti, e siamo tutti d’un istesso parere. Cerchiamo la verità sulle tracce di Newton, perchè siamo persuasi che Newton è un grand’uomo. — Anco Cartesio, anco Leibnitz, anco Pangloss, disse Candido, son grandi uomini, che non cedono a un altro.
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