La natura è anch'essa pensiero, ma sotto una forma che non è la sua e per ciò apparisce come straniero a sè stesso. Le esistenze naturali sono pensiero, ma non tutto il pensiero, sibbene sono frammenti o più propriamente momenti dell'unico e vasto sistema del pensiero. La totalità di questi momenti ricompresa sotto la vera e propria forma del pensiero è appunto lo spirito. Quando adunque si dice che lo spirito è l'essere o la sostanza, o la causa, o la forza, o la natura o altra qualsiasi particolare forma, si dà sempre una definizione incompleta di esso; talchè si potrebbe replicare: lo spirito è tutto questo, ma è ancora di più. Tutti questi momenti son finiti perchè l'uno esclude l'altro, ma lo spirito è il vero infinito perchè egli non esclude nulla, perchè pensandoli li include tutti.
La nozione, la quale producendo la natura, aveva introdotto una divisione tra l'ideale ed il reale, nello spirito ristabilisce la sua concreta unità, perchè in lui il reale e l'ideale si trovano unificati e identificati insieme. La realtà in quanto è conosciuta si trova idealizzata e non costituisce più per lo spirito un limite esterno ed insormontabile. Il limite è distrutto nel momento medesimo che esso è conosciuto: il vero limite, come osserva profondamente Hegel, non esiste se non per quello che non conosce: conoscere il suo limite è già sapersi infinito. Lo spirito il quale conosce il suo limite è egli stesso che se lo pone: l'esteriorità del limite sparisce ogni qualvolta questo viene pensato; cessa di essere esterno e diventa interno.
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Hegel
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