Ogni interno si rileva esattamente nel suo esterno, perciò lo spirito si vede e si tocca quasi con mano in ciò che egli fa. Allato al mondo naturale, anzi al disopra di esso vi è il mondo dello spirito. E questo è anch'esso un vasto sistema ordinato armoniosamente come quello della natura, e più importante assai del mondo naturale, in quanto che il mondo dello spirito si è perfettamente affrancato dalla ferrea necessità. Ed un'altra prerogativa di più ha esso ancora, ed è che nelle sue produzioni non predomina quell'accidentalità che abbiamo osservato nel regno della natura. Che se talvolta l'accidente trova luogo nelle azioni spirituali sotto la forma di arbitrio, nondimeno questo fatto medesimo, che pare a prima vista accidentale, avendo radice nella libertà, acquista anch'esso l'impronta della universalità. E poi l'arbitrio appartiene all'Io individuale e circoscritto in un particolare organismo, e non già allo spirito universale ed assoluto. Ora noi nel parlare delle produzioni dello spirito non intendiamo già di tener conto delle singole azioni particolari che si riferiscono all'Io, ma sibbene di quelle produzioni universali che hanno il suggello della idealità, e che appartengono a pari dritto a tutto il genere umano. Queste siffatte produzioni debbono perciò essere ricavate dal concetto medesimo dello spirito. E poichè, come abbiamo disopra accennato, lo spirito è l'identità concreta dell'ideale e del reale, della nozione e della natura, il suo processo per conseguenza deve essere doppio.
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