Il tipo intelligibile di Gioberti invece, escludendo le idee generalissime, si limita a mostrare come contenuto della bellezza i soli modelli specifici capaci di rivestire una forma sensibile. Da questa parte perciò il Gioberti ha precisato di più l'indeterminatezza dell'idea di Platone. Da un'altra parte poi Gioberti ha introdotto un elemento nuovo, che non si trova nella teoria del filosofo greco. Per Platone la forma sensibile non solo non entra come elemento costitutivo della bellezza, ma anzi quando vi entra l'offusca; e noi incontriamo spesso nei dialoghi di Platone dei lamenti contro questa intrusione del sensibile, la quale appanna la purissima ed ideale bellezza. Talchè per questo verso tiene più della dottrina platonica il Fornari il quale fa consistere il modello della bellezza nella generazione ideale del verbo, o nella prima parvenza, come egli la chiama. E certamente quando si considera la materia come un accidente, e la forma sensibile come un decadimento, non si può fare a meno di appigliarsi al partito di credere ogni mistione col sensibile fonte di offuscamento della bellezza, nello stesso modo che si crede essere generatrice dell'errore e del male. Platone ha avuto questo dogma in comune colla dottrina cristiana venuta dipoi, di riporre nella materia l'origine della bruttezza e di ogni male. Intanto quando si lasciano da parte i pregiudizî di una qualsiasi credenza, questa abborrita materia si trova come condizione indispensabile a spiegare non solo la natura e la vita, ma eziandio le più ideali produzioni dello spirito come nel caso nostro è la bellezza.
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