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      Kant aveva ben conosciuto che l'essenza del sublime consiste in un contrasto, ma avendo limitato questo contrasto tra la nostra facoltà immaginativa e la ragione, ne aveva fatto un contrasto subbiettivo e formale. Invece bisogna allargarlo e farlo scorgere nel contenuto medesimo dell'arte, nell'opposizione del finito e dell'infinito posta nel seno medesimo dell'idea. E valga il vero: per qual causa il sublime si ravvisa nell'arte primitiva e simbolica, e perchè va scemando nello sviluppo successivo delle altre forme artistiche? Stando alla dottrina di Kant, poichè le nostre facoltà rimangono sempre le stesse, non si potrebbe dare una spiegazione soddisfacente della diversità che contrassegna le epoche succedutesi nella storia dell'arte. Noi però sappiamo per quale causa il sublime si manifesta in tutto l'Oriente cominciando dalle prime incarnazioni di Brama, dalle piramidi egiziane fino al salmo inspirato di David.
      Ma l'immensa distanza che divide l'infinito dal mondo si va abbreviando, e lo spirito cerca una forma più appropriata a manifestare la sua intrinseca natura. Egli si manifesta nell'organismo umano, che è il suo esterno proprio e perciò la sua vera forma. Il mito si fonda dunque sull'uomo, come unità dell'interno e dell'esterno, come perfetta armonia dell'idea e della forma; cosi l'arte classica succede alla simbolica, lo spirito non potuto essere accolto degnamente dalla natura va ad albergare nell'uomo. Il tipo della forza non è più il leone ma Ercole; ed in generale ogni idea prende la forma e la persona umana.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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