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      La Grecia č il paese dell'arte classica come l'Oriente era stato dell'arte simbolica. E per questa corrispondenza che ha trovato tra l'interno e l'esterno, essa gode di una certa serenitą, e di un gaio contentamento che traspare in tutte le sue produzioni artistiche. Il divino e l'umano formano un solo tutto; i poeti sono ancora sacerdoti; Iddio si moltiplica come si moltiplicano gli uomini. Il Politeismo perciņ non č una condizione accidentale dell'arte classica, ma una conseguenza necessaria del suo contenuto. La perfetta armonia del divino e dell'umano porta seco la moltiplicitą degli Dii nell'istessa guisa che si trova negli uomini. Il Dio degli Ebrei puņ essere un solo, perchč egli non ha nulla di comune colla natura umana ed anzi le sta di contro nella sua terribile ed inaccessibile maestą.
      Quest'armonia del divino e dell'umano cosi meravigliosamente rappresentata dal mondo greco volge anch'essa al suo termine. Lo spirito finisce collo scontentarsi della sua medesima corporeitą, e col cercare di profondarsi in sč stesso, nel suo interno, e di cercar qui l'ultima forma adeguata al suo infinito ideale. Questa forma č il sentimento, espressione della propria e individuale coscienza, di cui lo spirito riveste la sua idea. Il sentimento č anch'esso l'uomo, ma l'uomo interiore non l'esterioritą o corporeitą umana, come era la forma classica. Per mezzo del sentimento l'arte fa rientrare l'idea in sč stessa, dispogliandola di tutte le forme esteriori di cui a mano a mano l'aveva rivestita.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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