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      Nella forma simbolica, p. e., il primo momento esprime il puro simbolo, e segna il punto culminante di quella forma: nella forma classica questa perfezione è raggiunta nel secondo momento; nella forma romantica finalmente nel terzo. La poesia al contrario per l'universalità e pieghevolezza della sua forma è capace di esprimere potentemente e perfettamente tutte e tre questi momenti. Essa si divide in tre generi che corrispondono alle tre forme generali dell'arte; l'epopea corrispondente alla forma simbolica, il dramma alla classica, la lirica alla romantica. L'epopea si rinviene perciò nell'inizio di ogni nuova civiltà, e contiene involuti in sè gli altri due generi che si sviluppano da lei come dal simbolo si svolgono le altre forme artistiche. La poesia drammatica sorge nella civiltà adulta ed esprime l'ideale dell'uomo socievole in contrasto colle situazioni diverse del mondo che lo circonda. La lirica finalmente ritrae il raccogliersi dello spirito individuale sopra di sè, come il dramma rappresentava il momento opposto dello espandersi nel mondo obbiettivo ed esteriore. La lirica perciò segna l'ultimo limite della poesia, l'annullamento di ogni forma esteriore, il ripiegarsi ed il raccogliersi dello spirito sopra di sè, quasi per prepararsi a ripigliare nuovo cammino verso un ideale più puro quale è quello della scienza. Pietro Giordani, con vera e poetica similitudine, paragonava Dante alla stella del mattino, e Leopardi all'astro del tramonto della poesia italiana, perchè se Dante mandò il primo canto epico ed iniziò l'arte nuova, Leopardi pianse sul disparire delle ultime forme artistiche che dileguandosi cedevano il posto alla nuda verità.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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