................A noi ti vietaIl vero, appena è giunto,
O caro immaginar; da te s'appartaNostra mente in eterno; allo stupendo
Poter tuo primo ne sottraggon gli anni:
E il conforto perì de' nostri affanni4
Ora da quel che sì è detto si può forse conchiudere che l'arte ha finito di fare il suo corso, e che sia morta per sempre? A questa domanda rispondiamo colle parole di un valoroso critico vivente: «La fede se n'è ita, la poesia è morta; o, per dir meglio, la fede e la poesia sono immortali: ciò che è ito via è una particolare loro maniera di essere. La fede oggi spunta dalla convinzione, la poesia scintilla dalla meditazione. Non sono morte, sono trasformate.»5
DISCORSO SECONDO.
DELLA RELIGIONE.
Trovandomi di avere trattato questo medesimo argomento a proposito del sistema religioso di Schelling e di avere mostrato lo sviluppo storico del Cristianesimo, sarò ora più breve in questo discorso, e mi limiterò a delineare la teoria generale della religione, la sua ragione di essere, ed il legame che l'unisce a tutte le altre produzioni dello spirito. Le sue principali manifestazioni appariranno così come necessarie conseguenze della sua nozione.
Se l'arte, come abbiamo discorso antecedentemente, si fonda sul bisogno che sente lo spirito umano di riprodurre la natura e di farla sua idealizzandola, la religione parimenti deriva dal consimil bisogno di riprodurre l'unità della propria coscienza divisa tra l'interno e l'esterno, e di rimenarla ad una perfetta conciliazione con idealizzarla.
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Schelling Cristianesimo
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