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      Ciò si chiama ancora armonizzare il divino e l'umano, perchè il divino non è altro che l'umano considerato ancora come esterno. Noi invochiamo ancora un'altra coscienza posta fuori di noi, noi aneliamo di congiungerci con lei sperando di ritrovarvi quel perfetto acquetamento che ci bisogna. Ogni religione presuppone tre momenti, che sono questa unità ed armonia perfetta, che si concepisce esistere in una coscienza posta sopra la nostra; in secondo luogo la caduta o l'opposizione tra il finito e l'infinito, tra l'umano e il divino; ed infine la riabilitazione e la riconciliazione dei due elementi contrastanti. Tale è la nozione ed il processo di ogni religione in genere, e perciò lo schema fondamentale di ogni sua manifestazione nella storia. Ivi si contengono i problemi dell'origine, del corso e dell'esito della vita umana; e dalle soluzioni più o meno ragionevoli, più o meno adeguate di questi problemi dipende la maggiore o la minore perfezione delle religioni storiche. Anzi dovendosi considerare il genere umano come un sol tutto, lo sviluppo dell'idea religiosa si dee necessariamente ritenere come un coordinamento di tutte le forme religiose e come un avviamento a conseguire la più perfetta di tutte. Ora poichè i medesimi problemi che cerca di risolvere la fede religiosa sono parimenti proposti e risoluti dalla ragione scientifica, quella religione si deve avere per vera e per compiuta che ne' suoi pronunziati e ne' suoi risultamenti concorda colla scienza. Il Dio della religione e l'assoluto della scienza non possono trovarsi in contradizione, come hanno creduto coloro che hanno leggermente guardato l'uno o l'altro isolatamente.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





Dio