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Quale sia questa forma perfetta, ove l'ideale religioso si realizza adeguatamente, lo vedremo appresso. Per ora determiniamo i momenti essenziali di ogni religione, e mostriamo come discendano dal processo dialettico universale.
Abbiamo accennato nel principio di questo discorso che il fondo comune di tutte le religioni storiche è il triplice concetto di un'armonia primitiva, di una caduta e di un risorgimento. Questi tre momenti del sistema religioso nascono dal concetto speculativo dell'assoluto che noi abbiamo veduto consistere in una Trinità.9 L'eterna nozione è il principio assoluto, il Padre ingenito e generatore; l'unità della natura e dello spirito, l'armonia originaria degli opposti. La natura è il figlio generato, lo specchio vivente del padre, ed insieme l'origine del finito e della opposizione. Lo spirito finalmente è la riconciliazione diffinitiva della natura e della nozione; è la natura rialzata fino all'ideale, è l'armonia ristabilita fra i due termini opposti, è la riparazione dello scadimento arrecato dalla natura.
Dalla diversa maniera di concepire questi termini o momenti che si vogliano dire del processo religioso nascono i diversi culti. Imperocchè il culto tende a realizzare la riconciliazione dell'uomo con Dio presupponendo una caduta colla quale quegli si è allontanato da questo. E noi avremo opportunità di verificare col fatto che la diversità dei culti si fonda sul diverso punto di concepire il dogma. Il Professore Spaventa, esponendo la dottrina religiosa di Giordano Bruno, scrive così: «Nell'antichità pagana in generale, il sedimento della divinità aveva principio nella contemplazione delle cose naturali, e però nel manifestarsi come culto rivestiva le stesse forme naturali.
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