L'uomo era in una unità immediata colla natura; per lui la natura era Dio, e però egli lo adorava sotto la figura di esseri naturali di animali, di uomini. Nel Cristianesimo, Dio è compreso e adorato nello spirito e nella verità. La forma spirituale, la forma del libero sentimento prende il luogo della forma esteriore e materiale. È questo in brevi parole il concetto e la storia della religione.»10 Il culto dunque nella storia delle religioni rappresenta la parte esterna e formale, come il dogma è il contenuto essenziale della fede, e la morale è il contenuto essenziale dell'azione meritoria. Quando il culto prevale sulla morale, e la pratica esterna assorbisce tutto il contenuto religioso a discapito della morale, allora la religione degenera in superstizione. Il culto intanto è legittimo in quanto si prende come semplice simbolo e semplice forma per manifestare l'interno sentimento. Anzi a misura che la religione si va perfezionando, il culto a mano a mano si ritrae dal formalismo esteriore e si concentra nel solo interno sentimento. Onde nella vera ed ultima forma religiosa, tutto il simbolismo si dissolve e sparisce, ed il tempio del Dio vivente s'innalza nella sua vera sede che è la coscienza umana.
Ma questo purificarsi progressivo del culto si congiunge collo sviluppo dell'ideale religioso di cui segnamo le principali manifestazioni. La base della religione è l'idea di Dio considerato come spirito obbiettivo che sovrasta alla nostra subbiettiva coscienza. Lo sviluppo delle forme religiose tende a far disparire questa opposizione, facendo rientrare lo spirito obbiettivo nella subbiettiva coscienza, ed operando in tal modo la loro riconciliazione.
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