L'opposizione del finito e dell'infinito, della natura e dell'idea, dell'uomo e di Dio sparisce e si riconcilia nel verbo fatto carne. La ragione non è più fuori del mondo, ma è dentro del mondo ed alberga negli uomini.
Lo scopo che abbiamo veduto fin da principio che avessero tutte le forme religiose era appunto quello di apparecchiare questa riconciliazione che solo il Cristianesimo ha saputo effettuare. Ben a ragione dunque esso si chiama la religione rivelata per eccellenza, perchè nella coscienza cristiana si rivela il verbo di Dio, ossia la ragione universale. E questa rivelazione non è già esterna come quella che volgarmente si crede, ma è tutt'interna; che se tale non fosse stata, non sarebbe potuta penetrare nella coscienza dell'uomo. Da qui si vede quanto s'ingannano a partito coloro i quali credono innalzare l'essenza divina del Cristianesimo facendola dipendere da una casuale ed estrinseca rivelazione affidata alle mani di alcuni pochi, quando invece il suo vero pregio consiste nell'appartenere ad ogni uomo, e nell'essere indipendente dai casi fortuiti degl'individui, appartenendo per la sua universalità a tutto quanto il genere umano.
Il cattolicismo ha compreso che la vera religione non può essere che universale; ma egli che se n'è arrogato il nome, ne ha trascurato la sostanza. E come vi può essere di fatto vera universalità, quando una casta tiene in mano il monopolio della scienza e della morale? Nulla è più contrario all'universalità del vero spirito, quanto la esteriorità e l'arbitrarietà dei simboli, l'insegnamento ridotto ad una classe esclusiva di uomini, l'intolleranza di ogni altra dottrina, e la superba pretensione che al di là di questi cancelli non si trova salute.
| |
Dio Cristianesimo Dio Cristianesimo
|