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      PARTE SECONDA.
      DISCORSO QUARTO.
      DEL DRITTO.
     
      Se finora abbiamo discorso delle forme principali, nelle quali lo spirito riduce ad universalitą il reale, ora, per compiere la serie delle sue produzioni, č necessario sviluppare il processo inverso secondo il quale egli concretizza la sua idealitą.
      Lo spirito č un distinguersi dalla natura, e cotesta distinzione forma la sua subbiettivitą posta di rincontro all'obbiettivitą delle cose naturali. Ma egli non solo č un subbietto, perchč a tal riguardo anche un animale potrebbe dirsi tale, egli č di pił fornito di consapevolezza; ed un subbietto consapevole si dice persona.
      Lo spirito come persona č fine a se stesso: egli č per sč mentre le altre cose prive di personalitą sono per un'altra. Nel trovarsi dunque lo spirito dirimpetto alla natura si ha da una parte una finalitą compiuta in sč, dall'altra le cose naturali mancanti di finalitą in sč e perciņ capaci di servire ad un fine posto fuori di loro. Lo spirito nel far servire alla realizzazione dei suoi fini la natura, se ne impadronisce e la fa sua.
      Lo spirito come subbietto particolare č finito; ma come subbietto consapevole č infinito, ed č infinito perchč la coscienza implicando un ritorno sopra di sč, si conchiude e si compisce in se stessa come un circolo. Questa circolaritą dello spirito č la sua vera intimitą. La persona dunque contiene in sč una contradizione, essendo finita ed infinita, finita come soggetto, infinita come consciente. Egli cerca di risolvere questa contradizione e di uscire dalla sua subbiettivitą particolare rompendo i limiti del soggetto ed impadronendosi anche dell'obbietto.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130