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      Oggigiorno la dignità della persona umana è stata riconosciuta nella sua vera nozione; talchè nè si può perdere nè si può menomare per nessun modo. L'uomo rimane sempre libertà infinita anche in mezzo ai ceppi ed alle catene.
      Alcuni avrebbero voluto introdurre una distinzione negli elementi da cui risulta la persona umana, ed avrebbero preteso che lo spirito non può essere oggetto di proprietà altrui, ma che il corpo potrebbe esserlo benissimo. Questa distinzione, che si potrebbe piuttosto chiamare separazione della persona umana, non è sostenibile. Lo spirito può fare astrazione dal suo corpo e considerarlo come un altro nella sfera morale dove si tratta delle relazioni intrinseche della sua persona, ma non è così nella sfera del dritto. Egli riguardo agli altri è una persona, non come astratto spirito, ma bensì come esistente in un determinato corpo. Dunque la libertà ed il suo infinito valore, nella sfera del dritto, si comunica eziandio al corpo insieme al quale la libertà costituisce l'intera persona umana.
      Circoscritta la sfera del dritto nei limiti della proprietà, ed esclusa dal suo dominio la personalità, continuiamo ora a svolgere le determinazioni ulteriori della proprietà, fin che queste non ci conducano ad una determinazione più concreta. Noi abbiamo veduto come il possesso non consistesse soltanto nella attuale detenzione della cosa; e come oltre a questo possesso sensibile, ve ne fosse un altro ideale ed intelligibile il quale dura mentre l'altro passa. Questo secondo possesso che corrisponde meglio del primo alla nozione di proprietà, deve essere ancora manifestato esteriormente modificando in modo stabile la natura della proprietà. Il possesso che adempie a questa condizione è il lavoro, il quale apponendo una nuova forma alla cosa naturale, manifesta per conseguenza la presenza della volontà umana e la sua reale attività nel mondo.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130