Da questa mancanza di precisione nelle idee vennero infinite ed inutili dispute. Gli uni concedevano all'uomo la libertà, gli altri gliela contrastavano; ed entrambi avevano ragione, perchè muovevano da principî isolati ed opposti. Se la libertà è la pura indifferenza, la pura indeterminazione, essa non esiste realmente, perchè nel manifestarsi, nell'operare, bisogna che appaia in una determinazione. Che io possa appigliarmi ad un partito opposto, ciò appare soltanto quando già ne ho prescelto un altro.
Per comprendere la libertà nella sua concretezza, è d'uopo ricordare che il contenuto individuale dello spirito umano è ricco di tante determinazioni, che gli sono altrettanto essenziali quanto la libertà. Se per la libertà lo spirito esiste per sè, per le inclinazioni, per gl'istinti, egli esiste per un altro. Intanto egli è un solo individuo e la contradizione deve conciliarsi in un modo assoluto e soddisfacente. La libertà è autonoma, e nessuna cosa estranea è capace d'imporle la legge, o di determinarla. Il contentamento delle inclinazioni individuali dipende per contrario dal conseguimento di un oggetto esteriore. Finchè questo accontentamento rimane esclusivamente mio, esso è l'opposto della sfera della libertà. Ma il sensibile è anch'esso razionale, e come tale capace di una universalità che possa farlo assurgere alla dignità di contenuto libero dello spirito. Quando ciò avviene la contradizione che prima era apparsa tra l'universale forma della libertà, ed il particolare contenuto della passione sparisce e cede il posto alla loro armonia.
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