L'accordo di queste due sfere del diritto e del dovere costituisce la verità di entrambe, e l'obbiettività del dritto e la subbiettività del dovere si trovano conciliate nell'unità dello Stato.
Noi abbiamo testè accennato come la libertà dovesse fare suo contenuto le inclinazioni subbiettive e particolari. Queste inclinazioni possono ridursi a due, all'amore ed all'interesse, le quali abbracciono in sè l'infinita varietà delle umane passioni. L'amore è la negazione della propria individualità in grazia di un altro. L'interesse al contrario valuta gli altri per riguardo al proprio soggetto. L'amore unisce, l'interesse divide. Entrambi però possono diventare ragionevoli, e perciò onesti e virtuosi. L'amore razionale cioè considerato come processo necessario per lo sviluppo della nozione dell'uomo è il fondamento della famiglia. L'istinto naturale viene nobilitato dalla ragione, e nella concretezza della famiglia si trova la prima conciliazione del dovere e della passione.
L'interesse che è stato considerato come il fomite dell'egoismo, ed in cui non si è veduto altro che l'opposto della virtù, può anch'esso temperarsi come dice Spinoza, secondo i consigli della ragione e divenire onesto e virtuoso nella società civile.
L'interesse è nocivo quando si considera come particolare, a discapito dell'interesse altrui: è onesto poi quando si considera come interesse generale che non esclude il ben essere di nessuno. Questa conciliazione, che la filosofia morale negli ultimi tempi ha compito mediante un esame più diligente della natura dello spirito, era stato intraveduto da Spinoza colla sua solita perspicacia e chiarezza.
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