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      Anche in ciò noi troviamo una veduta del medio-evo, che per la predominante influenza teologica vedeva nel mondo il regno del male, e non cercava di trovare il bene se non in altra più fortunata regione. Per noi nello Stato si compiono i destini dell'individuo, e si realizza l'accordo della ragione e delle passioni umane senza mutilare l'uomo e senza credere che un Dio invidioso, come diceva Spinoza, guardi con rincrescimento l'appagamento ragionevole dei nostri desiderî.
      Lo Stato contiene in sè l'unità primordiale della famiglia fondata col vincolo dell'amore, e la divisione posteriore degli interessi che nascono dallo scindersi di quella prima unità, e che si riaccordano nell'unità più vasta e più concreta dello Stato.
      Riassumendo i progressi della filosofia morale nell'età moderna, noi crediamo poterli ridurre ai seguenti capi. Primo, la legge morale considerata come interna, e come identica colla nostra ragione e colla nostra libertà. Secondo, rialzata la dignità umana, per avere fatta la persona fine a se stessa, e mezzo a nessuno. Terzo, il contenuto della libertà trovato in lei stessa, in quanto che le determinazioni esterne si tramutano in interne col comprenderle come ragionevoli. Finalmente il vero concetto dello Stato, come quello che concretizza obbiettivamente la morale nel costume e che rende universali le passioni particolari degl'individui, e perciò le rende razionali ed armoniose.
      È debito di giustizia confessare che i primi due capi, cioè l'autonomia della libertà ed il valore infinito della persona umana, sono stati messi in rilievo da Kant; gli altri poi, intraveduti da Giordano Bruno e da Spinoza, sono stati rigorosamente dedotti e scientificamente collegati coi due primi dal più profondo dei pensatori moderni, dall'Hegel.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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