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      Come credere che un uomo abbia potuto spontaneamente rinunziare alla vita solo a fine di procurarsi una soddisfazione ai suoi bisogni, ed una più agiata esistenza? Tutte queste difficoltà e molte altre di simil genere rimarrebbero insolubili, se allo Stato si attribuisce un origine così particolare, come è l'accordo degli interessi.
      Kant si è accorto che se è necessario all'uomo a far parte dello Stato, bisogna trovare la causa di questa necessità al disopra degli interessi particolari. Egli sciolse la questione, al solito, secondo il formalismo di tutta la sua filosofia. A Kant non manca certamente il rigore logico, ed ammesso una volta un principio, non tralascia di cavarne nè anche una sola delle conseguenze che vi sono implicate. Ricordando adunque che per lui il contenuto della conoscenza si ricava dalla particolare natura sensibile, e che la ragione dà poi a questo contenuto la forma della necessità, noi troviamo in questa teoria applicata al dritto la spiegazione dell'origine dello Stato.
      Lo Stato per Kant non ha un contenuto proprio, come non l'ha la ragione speculativa, come non l'ha la ragione pratica. Lo Stato è per lui una forma vuota il cui contenuto si trova negli interessi particolari degl'individui. Ma questa forma vuota però è necessaria, e gl'individui debbono necessariamente sottostare alla necessità che essa impone, e nessuno può sottrarsene, perchè essa nella sfera del dritto rappresenta la ragione assoluta. Così Kant mentre fa lo Stato arbitrario ed accidentale nel suo contenuto, dall'altra parte gli accorda la necessità, considerandolo come forma.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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