In questa teoria come in ogni altra di Kant, si affaccia sempre questa difficoltà: come è possibile che una forma possa essere priva di un contenuto che le sia adeguato? Ma prima di supplire al difetto della teoria kantiana stimiamo opportuno accennare alle due dottrine opposte sull'essenza dello Stato, tra le quali Kant, a parer nostro, ha cercato di trovare una via di mezzo. - Platone nei famosi libri della Repubblica fu il primo ad avvertire che lo Stato è un'idea più universale e perciò secondo i suoi principii, più reale che non fosse quella dell'individuo. Egli perciò considerò l'individuo come mezzo e lo Stato come fine, e movendo da questo principio cercò di sopprimere al possibile le particolarità dell'individuo per far meglio trionfare l'unità dello Stato. Onde avendo veduto nella famiglia e nella proprietà due sorgenti di divisioni e di contrasti, e quindi due ostacoli che nuocevano all'armonia dello Stato, osò distruggere l'una e l'altra, ammettendo la comunanza delle donne e la comunanza dei beni.
I genitori ed il proprietario non erano altro che lo Stato. Degli individui si teneva conto e se ne esaminavano le naturali disposizioni solo per poterli usare con maggior profitto ad attuare l'armonia di questo grandioso ideale.
La teoria di Platone sullo Stato ha un lato vero ed uno falso. È vero che l'idea dello Stato sia più concreta che quella dell'individuo, e che perciò abbia un contenuto proprio e sostanziale. Dall'altra parte poi è falso che l'universale debba sopprimere il particolare, quando invece il primo non può realizzarsi senza il secondo.
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