La veritą sta nella mediazione reciproca di tutti i termini per la quale ciascuno č ad un tempo mezzo e fine; ha un valore ed una consistenza propria ed insieme serve di mezzo allo sviluppo dello intero.
Sotto questo punto di vista lo Stato ha un valore per sč, e serve allo sviluppo dell'individuo e della societą civile. Il voler ristringere, come ha fatto Kant, il concetto dello Stato alla semplice condizione di mezzo ed a valersene per garantire l'individuo e gl'interessi particolari, č un dimezzare questo concetto. Nella teoria kantiana si tiene conto di un solo aspetto dello Stato, non dell'intero; si considera lo Stato come mezzo non come fine; si guarda il valore che ha verso gli altri termini e si trascura il valore proprio ed intrinseco.
Noi abbiamo detto che lo Stato č il mondo oggettivo dello spirito, mondo che differisce dal naturale, perchč questo ultimo č fatto dalla necessitą, e l'altro dalla libertą. Ma entrambi hanno di comune di essere costruiti a forma di sistema, ossia razionalmente e non a caso. - Ora come sarebbe assurdo ammettere l'esistenza degli esseri particolari, e degl'individui, e negare l'esistenza dell'universale che forma la loro armonia, nel mondo della natura, altrettanto sarebbe assurdo il negare l'esistenza dell'universale nello Stato.
Lo stato č tutto quanto lo spirito realizzato come libertą. La libertą si determina o come volontą subbiettiva, come volontą particolare, o come volontą universale. Sulla prima si fonda il dritto privato dell'individuo, sulla seconda si fonda il dritto comune dei particolari che si uniscono insieme; sulla terza finalmente si fonda il dritto assoluto, o lo Stato, come volontą universale, la quale si determina per sč medesima.
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