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      Perciò lo Stato razionalmente contiene tre poteri, che corrispondono ai tre gradi menzionati. Il potere legislativo rappresenta l'universalità dello Stato. Il potere amministrativo esprime il momento della particolarità e della divisione. Il potere esecutivo finalmente rappresenta il momento della individualità; è lo Stato considerato come una persona. Questi tre momenti considerati isolatamente hanno dato origine all'antica divisione delle forme del Governo.
      Dove la cosa pubblica era in mano di tutti i cittadini la forma si disse democratica: dove era in mano di alcuni la forma si disse aristocratica; e dove infine era in mano di un solo si disse monarchica; anzi il Vico tracciò sopra questo sviluppo dei numeri il processo dei governi. «Incominciarono, ei dice, i governi dall'Uno colle monarchie famigliari; indi passarono ai Pochi colle aristocrazie eroiche; s'inoltrarono ai Molti e Tutti nelle repubbliche popolari, nelle quali o tutti, o la maggior parte fanno la ragion pubblica; finalmente ritornarono all'Uno nelle monarchie civili: nè nella natura dei numeri si può intendere divisione più adeguata, nè con altro ordine che Uno, Pochi, Molti e Tutti, e che i pochi, molti e tutti ritengano ciascheduno nella sua specie la ragione dell'uno; siccome i numeri consistono in indivisibili, al dir di Aristotile; ed oltrepassando i tutti si debba ricominciare dall'uno; e sì l'umanità si contiene tutta tra le monarchie familiari e civili.»17
      Prima di passare oltre notiamo la differenza che passa tra Stato e governo.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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