Vico fa notare ciò ed anzi crede che dalle pubbliche adunanze Platone ed Aristotile hanno cavato profitto per le loro teorie.
«Platone, ei dice, dal riflettere che in tali radunanze pubbliche le menti degli uomini particolari, che sono appassionate ciascuna del proprio utile, si conformavano in un'idea spassionata di comune utilità; che è quello che dicono: gli uomini particolarmente sono portati dai loro interessi privati, ma in comune voglion giustizia; si alzò a meditare le idee intelligibili, ottime delle menti create, divise da esse menti, create le quali, in altri non possono essere che in Dio: e s'innalzò a formare l'Eroe filosofico, che comandi con piacere alle passioni; onde Aristotile poscia divinamente ci lasciò difinita la buona legge, che sia una volontà scevra di passioni, quanto a dire volontà di Eroe.19
Il governo costituzionale estendendo adunque alla universalità del popolo il potere legislativo attua perfettamente la nozione di legge, e conserva il momento dell'universalità, che entra essenzialmente nella nozione di Stato.
Il potere amministrativo invece è ristretto in alcuni, e rappresenta il momento della particolarità, o della divisione dell'azione del governo sulla sfera degli interessi particolari. Il principale ufficio del potere amministrativo, è il potere giudiziario; che anzi alcuni hanno ridotto a questo solo ufficio tale secondo potere dello Stato. Ammessa la legge come l'espressione della volontà universale, è necessario che le volontà particolari dei cittadini si uniformino ai suoi dettami.
| |
Platone Aristotile Dio Eroe Aristotile Eroe Stato Stato
|