Egli anzi riferisce l'epigramma di un albergatore olandese, il quale aveva fatto scrivere questa iscrizione: alla pace perpetua, e sotto aveva fatto dipingere un cimitero. La pace difatti farebbe stagnare l'umanità e la ridurrebbe all'inerzia della tomba. Come le tempeste e gli uragani sono necessarii all'atmosfera, così le guerre alla conservazione degli Stati. La guerra infine rivela una grandissima verità ed è che l'idea dello Stato prevale a tutti i fini particolari, e che la vita degli individui gli è meritamente sagrificata. Spettatori noi medesimi, nel momento che scriviamo, di una guerra nazionale, e commossi dallo spettacolo di tanto sangue cittadino generosamente versato, esultiamo nondimeno pensando che l'idea di una patria si è attuata finalmente nella coscienza del popolo italiano. L'eroico sagrificio dell'individuo allo Stato apparisce per noi come fatto splendido e glorioso nel grido con cui i moribondi della Palestro acclamano all'Italia prima di affondare per sempre fra le onde.
FINE.
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