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      Tenuto conto del gran numero di uomini sommi che studiarono l'argomento e ne dichiararono le conclusioni, possiamo francamente respingere l'idea che l'impostura, meno che in una scarsissima proporzione, abbia potuto produrre quegli svariati fenomeni.
      Consideriamo ora i tratti caratteristici di codesti fatti. Che ci mostrano essi, guardati nel loro complesso? Prima di tutto, le caratteristiche dei fenomeni naturali in opposizione a quelle dei fenomeni artificiali, una uniformità generale di tipi, una varietà inesauribile nei dettagli.
      In tutti i paesi del mondo, in America, in Europa, in Australia, così in Inghilterra come in Francia, in Italia, in Russia, in Ispagna, noi troviamo dei fatti dello stesso tipo generale, mentre le singole differenze mostrano ch'essi non sono servilmente copiati gli uni sugli altri: siano i medii uomini o donne, ragazzi o fanciulle, o anche qualche volta bambini, siano istruiti o ignoranti, civili o selvaggi, noi vediamo lo stesso fenomeno generale presentarsi col medesimo grado di perfezione.
      Ne consegue per noi che i fenomeni son naturali, che si producono sotto l'azione di leggi generali determinanti i rapporti tra il mondo spirituale e il mondo materiale, e che finalmente sono anche d'accordo con l'ordine stabilito in natura.
      Inoltre — e in ciò forse risiede il più importante loro carattere, — questi fatti dal primo all'ultimo sono essenzialmente umani. Vi si adopera il linguaggio umano, la scrittura, il disegno; vi si manifesta una logica, un giudizio, un'arguzia, una emozione, che tutti noi possiamo apprezzare e giudicare; le comunicazioni variano di carattere come accade per quelle degli uomini: ora triviali, ora elevate, sono sempre sostanzialmente umane; quando gli spiriti parlano, la voce loro è voce umana; quando divengono visibili, hanno visi e mani come noi; quando ci vien fatto di toccarne le forme, di esaminarle, noi le troviamo umane, e non già come di esseri di un'altra specie.


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Esiste un'altra vita?
di Alfred Russel Wallace
Società editrice partenopea Napoli
1882 pagine 76

   





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