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      «Tre cani, che dormivano in camera mia e di mia sorella, cucciarono, irto il pelo, dal terrore; uno di essi, il mastino, si ficcò sotto il letto e non ne volle uscire, per quanto lo si chiamasse; quando alla fine obbedì, tremava tutto»(13). Nota la signora Sidgnick, che se questi rumori non son rumori precisi e naturali, debbono essere stati allucinazioni collettive. Ma, prima di tutto, non s'è mai osservato che dei rumori reali e naturali abbiano prodotto sui cani somiglianti impressioni; e poi nulla può far supporre che delle allucinazioni collettive possano essere telepaticamente trasmessi agli animali. In un caso, si dice, un cane fu perfino colto da male improvviso!
      Secondo la interessante relazione del generale Barter, un poney fantasma col suo cavaliere e due fantini indigeni furono visti nell'India; e due cani, che cacciavano in una giungla sulla collina, corsero immediatamente a raggomitolarsi presso il generale, emettendo guaiti di terrore; quando poi il generale si diè ad inseguire i fantasmi, i cani se ne tornarono a casa, benchè in qualunque occasione gli fossero sempre fedeli compagni(14).
      A questi casi certificati autentici dalla Società per le ricerche psichiche aggiungiamo i racconti di antichi autori. Durante i fenomeni prodotti in casa del signor Monpesson, a Tedworth, e narrati dal reverendo Giuseppe Glanvil, nel suo Sadducis mus triumphatus, fu notato il fatto seguente: quando più forte era il rumore e raggiungeva una singolare violenza, nessun cane si moveva, benchè il rumore fosse a volte così intenso da essere udito a gran distanza nella campagna, e da svegliare i lontani abitanti del prossimo villaggio.


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Esiste un'altra vita?
di Alfred Russel Wallace
Società editrice partenopea Napoli
1882 pagine 76

   





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