Era dunque quella, come dice il signor Newnham, una formula composta da una intelligenza totalmente distinta dalle intelligenze conscienti dei due operatori.
Ebbene, tutte queste cose e molte altre ancor più notevoli si pretende attribuirle all'inconsciente della signora Newnham, ad una seconda personalità di lei indipendente e intelligente, che si rivelava spontanea in date occasioni.
Così spiega Carlo du Prel tutti i fenomeni di doppia vista, di avvertimenti, di possessione, non che gl'innumerevoli casi, in cui i sensitivi si mostrano informati di fatti, che nello stato normale ignorano e che non ebbero modo di sapere.
Ed è questa una spiegazione o non piuttosto un gioco di parole, che crea più assai difficoltà che non ne risolva? Concepire una tale doppia personalità in ciascuno di noi, un secondo io a noi stesso sconosciuto, vivente d'una vita mentale a sè, capace di acquistar delle conoscenze che il nostro io normale non possiede, e fornito di tutti i caratteri di una personalità distinta, è un fenomeno assai meno concepibile e molto più soprannaturale di un mondo di spiriti composto di esseri già vissuti, la cui parte intellettiva sopravvive alla separazione dal corpo terrestre.
Noi troviamo inoltre che questa teoria degli spiriti spiega tutti i fatti semplicemente e direttamente, si accorda con tutte le testimonianze, e nella massima parte dei casi, è la spiegazione fornita dalle stesse intelligenze che fanno la comunicazione.
Con la teoria del secondo io, dovremmo ammettere che questa metà nascosta ma inferiore di noi stessi, pur possedendo delle conoscenze che noi non abbiamo, non sente di esser parte di noi; o che, anche sapendolo, mentisca ostinatamente visto che generalmente assume un nome distinto e parla sempre di noi — parte migliore e superiore — in terza persona.
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