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      «Più volte ho consultato su questo argomento i miei amici spirituali: mi hanno risposto che uno spirito non può neppure per un momento lasciare il suo involucro mortale e che facendolo, la morte ne seguirebbe all'istante; che l'apparizione di un altro se stesso in un posto diverso da quello del corpo, è una imitazione della persona, per opera di un altro spirito che compie un disegno formato dal suo amico incarnato, o con altro scopo utile, e per il quale esso assume codesta personalità.
      «Mi si è anche insegnato, ed io credo che nei casi di trance, quando i soggetti han creduto che l'anima loro si separasse dal corpo, questo in effetto era solo psicologicamente impressionato da visioni di scene spiritiche, di oggetti e di suoni; che spesso queste visioni son così evidenti e vere, da essere scambiate con la realtà, ma che nondimeno si tratta sempre d'impressioni subbiettive e non di sensazioni dirette.»
      Accettando dunque come provato, dalle varie classi di fantasmi e dalle informazioni da essi forniteci, che gli spiriti dei pretesi morti vivono sempre, e che alcuni in date condizioni e in vario modo, possono farci conoscere la loro esistenza o esercitare su noi un influsso, senza che noi stessi se n'abbia coscienza, vediamo ora che spiegazione si possa dare alla causa e allo scopo di cotesti fenomeni.
      In ogni caso che sorpassi la semplice trance, la trasmissione di pensiero tra viventi, sembra probabile che altre intelligenze cooperino all'azione.
      Molte prove si hanno che la continuazione del commercio degli spiriti con gli uomini è, in molti casi, gradita e benefica agli spiriti stessi; e se noi pensiamo ai tanti individui di umile condizione che quotidianamente ci muoiono intorno, avremo una spiegazione sufficiente di certi sogni volgari, benchè veridici, e di certe impressioni, a primo tratto inesplicabili.


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Esiste un'altra vita?
di Alfred Russel Wallace
Società editrice partenopea Napoli
1882 pagine 76